Canis etruscus

Canis etruscus

Canis etruscus – Cane etrusco

Pleistocene inferiore (2.5/2.4 – 1.0 milioni di anni fa)

Valdarno Superiore, cranio e mandibola

Fra i tanti reperti custoditi all’interno del Museo Paleontologico ce n’è uno particolare che spicca fra tutti gli altri perché è l’unico nel cui cartellino descrittivo è presente anche la parola “TIPO”.

Nonostante sia a tutti gli effetti un “bel tipo”, la parola indica che questo reperto fossile è il primo trovato di una nuova specie e a lui vengono comparati ritrovamenti simili successivi per stabilire se si tratta della stessa specie oppure no.

È arrivato al Museo nel lontano 1839 come dono del Sig. Pieralli, contadino del territorio fra i più attivi nella ricerca e scavo dei tanti fossili presenti in Valdarno.

Dal punto di vista scientifico si può dire che questo canide è molto importante perchè segna l’avvento del “wolf-event”, cioè la modificazione delle compagini dei carnivori europei avvenuto circa 2.5-2.4 milioni di anni fa in seguito all’instaurarsi dei cambiamenti climatici tipici del Quaternario, caratterizzati da oscillazioni di temperatura e progressiva crescita dell’aridità durante le fasi più fredde.

Questo comporta in Europa l’arrivo del Canis. Canis etruscus è in effetti il più antico rappresentante di questi animali. Può darsi che il cane etrusco, che raggiungeva dimensioni paragonabili a quelle di un lupo attuale, fosse un animale sociale come quest’ultimo e dunque che cacciasse in branchi; in questo caso, avrebbe potuto abbattere prede anche notevolmente più grandi di lui, come i cervidi e i bovidi che vivevano nel Valdarno.

Fra le prede predilette dei canidi dell’epoca risultano il “falso” daino di Nesti e il cervo dai palchi a pettine.

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