Targhetta campo di concentramento

Targhetta campo di concentramento

Abbiamo conservato gelosamente questa #cosa fino ad oggi e nonostante l’attesa è difficile trovare il giusto modo per raccontarvela.Più che una cosa stavolta si tratta di una storia, una storia rubata!

Era un giorno di lavoro, un giorno particolare perché stavamo facendo delle riprese in una casa privata per un progetto ancora inedito. Al termine delle riprese, G ci racconta delle sue passioni, della sua grande conoscenza in materia di storia militare e per le armi antiche. Tira fuori una targhetta, piccola, a prima vista poco significativa. É la testimonianza dell’internamento del padre, allora militare, in un campo di concentramento in Germania. Seguono le foto di pochi anni fa, di questo anziano signore vestito bene. Sono foto che ci mostra con orgoglio, quelle di un riconoscimento preso al Quirinale dalle mani del Presidente della Repubblica. Quante cose deve aver visto questa targhetta, quanto dolore, quante storie. A noi oggi il dovere di farla parlare, di ricordarci di queste storie che non hanno una voce.

Ricordiamoci di come tutto è iniziato “perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. (Primo Levi)

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