(non solo) MUSEI

E le cose

Occhiali da sole / Sunglasses

14 Dicembre 2020
Inviato da / Send by: Pierluigi

Mio papà ne indossava un paio regalatogli da un collega della royal navy con astine e nasello con inserti in cuoio. Sul grande schermo e nel cinema di seconda mano del sabato in TV, tutti i personaggi che volevano darsi un tono e assurgere a livello “bello e tenebroso” se li infilavano non appena inquadrati in un primo piano ammiccante -quello per cui mia sorella adolescente scimmiottava stridolini in stile “non è la rai”, per intendersi.

I Ray-ban modello aviator avevano esercitato fin da piccolo un fascino potente su di me. Questo poi mi ha portato ad approfondire la loro storia. Inventati proprio per riparare dal sole i primi “cavalieri dell’aria” di dannunziana memoria, sono la sintesi perfetta della funzionalità con l’estetica. Le lenti grandi, quasi a mascherina, di colore verde appositamente studiato per schermare i raggi solari in alta quota; la montatura leggera, necessaria per riporre gli occhiali nelle tasche di una giacca di pelle; alcuni modelli addirittura con un piccolo cerchietto mediale per riporre la matita con cui compilare le carte di navigazione. Queste ed altre le caratteristiche tecniche di quello che iniziava a definirsi per me un vero e proprio oggetto del desiderio.

Da adolescente, non direi proprio ribelle, ma almeno attento a quelle icone di stile che inevitabilmente popolano il walhalla di un giovane sognatore, ho ritrovato i miei occhiali preferiti addosso a James Dean, John Lennon, Jack Nikolson, fino ad arrivare ai divi nostrani come Volonté e l’intramontabile Venditti.
Ricordo che il primo paio mi fu regalato per Natale da mia sorella: occhiali vintage direttamente dal mercato della Montagnola di Bologna, dove lei studiava. Mi sembrava di essere in un film di Paz.
Poi andai io all’università e lì iniziai ad usarli ogni santo giorno. Ormai, quasi senza rendermi conto, gli amici, ma soprattutto quel nugolo di persone che si conoscono di vista nelle aule tristi dei dipartimenti, e che rispondono alla categoria non meglio specificata di “colleghi”, mi dicevano, quando capitava che non li indossassi, la famosa frase: “Senza occhiali non ti riconoscevo”.
Gli Aviator sono pian piano divenuti parte integrante dei miei giorni felici, viaggi, girate in bici, al sole in piazza dei miracoli. E così ancora oggi continuo ad avere più foto con gli occhiali che senza. A volte uscendo di casa, se non lo indosso, mi sento come nudo. Sarà che stanno a me come a Linus la sua coperta, sarà che, come diceva Woody Allen, “il mio naso ha sempre bisogno di compagnia”, io i miei occhiali li porto sempre con me.

Altre Cose

Origami

Origami

Durante il primo lockdown mi annoiavo e dato che mi piace pasticciare con la carta mi sono messo a realizzare origami. Questo in foto è un origami parlante: muovendo le alette retrostanti, la bocca si apre e si chiude.

Zucca / Mate squash

Zucca / Mate squash

Questo recipiente è ricavato da una cucurbitacea, la legenaria siceraria esistente anche in Europa prima ancora che arrivassero queste zucche dal Sud America.  Le culture precolombiane non avevano ceramica, queste zucche facevano loro da recipienti…di ogni...

Tazzine / Coffee cups

Tazzine / Coffee cups

Le tazzine sono un ricordo della nonna, tardo 800…le buone cose di pessimo gusto! “C” nel ricamo come casa, calore, Carlotta….e mi fanno pensare alla Poesia di Guido Gozzano: “L’amica di nonna Speranza”. “Carlotta canta, Speranza suona. Dolce e fiorita si schiude alla...

Translate »
error: Il contenuto è protetto!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere le ultime notizie e gli aggiornamenti.

Privacy

You have Successfully Subscribed!