La figura dell’archivista, di Giulia Magliola.

È un lavoro paziente di letture e riletture di carte e documenti, di intrecci e di saperi. 

È un lavoro in cui spesso ci si sporca letteralmente le mani, ma ci si meraviglia quando dalle carte emerge l’umano, la vita 

(un fiore lasciato seccare tra le pagine di un libro, una dedica d’amore sulla copertina, un indirizzo scritto distrattamente ai margini). 

Il digitale è sempre al fianco dell’archivista o del bibliotecario: gli inventari e i cataloghi sono informatizzati, i progetti di digitalizzazione sono sempre più ampi, così come la volontà di aprirsi a un pubblico vasto, di appassionati e curiosi. 

Chi si occupa di documenti si immerge in dimensioni temporali diverse: deve cercare di rendere contemporanei i documenti storici, in modo che parlino al presente, ma allo stesso tempo conservarli e tramandarli a chi se ne occuperà in futuro. 

Perché il patrimonio culturale è di tutti e chi lavora in archivi, biblioteche e musei lo custodisce, lo valorizza e lo tramanda.

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