Orologio a pendolo – San Martino 1

11.29.2019
Autore / Author: Paolo

Il mantello e l’estate di San Martino. San Martino è sorpreso dalla morte nel 397 mentre si trova a Candes, nella Touraine. Jacopo da Varagine racconta nella Legenda Aurea della lite scoppiata tra i Poitevins e i Tourangeaux per impadronirsi delle sue spoglie. Tali dispute non erano insolite in tali circostanze. Possedere il corpo di un santo significava assicurarsi la protezione di quella presenza sull’intera comunità, oltre al prestigio e al richiamo devozionale, che favoriva, con i pellegrinaggi alla tomba, consistenti vantaggi all’economia locale.[expand title=”Continua a leggere” id=”altro2″] Gli abitanti di Tours risolsero a loro favore il conflitto, trafugando il corpo, che fu deposto su una barca per risalire la Loira in direzione di Tours, dove fu sepolto l’11 novembre del 1397. Il viaggio durò tre giorni, vuole la leggenda che al passaggio della salma lungo il fiume la vegetazione miracolosamente rifiorisse e gli uccelli cantassero: era il prodigio dell’”estate di San Martino”.
Il ciclo dell’anno conosce nel suo svolgimento dei “controtempi”, dove il passaggio da una stagione all’altra subisce delle oscillazioni, come l’asta di un orologio a pendolo, per cui si assiste ad un breve ritorno alla condizione precedente, in realtà foriera dell’avvento della nuova stagione. Il primo novembre, di cui la ricorrenza di San Martino è un “doppio”, segnava l’inizio del semestre invernale per i Celti, capodanno celebrato nella festa di Samhain, “fine dell’estate”, tra il 31 ottobre e il primo di Novembre. Il suo corrispettivo è la “Luna rossa” d’aprile, l’ultima luna nuova del mese, assai temuta dai contadini perché improvvise gelate possono bruciare i germogli, che prendono un colore “rosso”. Nel 2019, in Svizzera, si è potuto assistere ad uno straordinario spettacolo notturno, quando migliaia di fiammelle sono state accese tra i filari per proteggere i vitigni, minacciati dal freddo. Al contrario dell’”estate di San Martino”, qui è l’inverno ad insinuarsi brevemente nella primavera, prima di tornare indietro per lasciare definitivamente spazio alla nuova stagione. Altro momento cruciale del calendario celtico era Beltaine, il primo giorno di maggio, in irlandese moderno questo nome resta ancora quello del mese di maggio. Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, aveva inizio per i Celti il “tempo chiaro” di primavera ed estate. Beltaine era celebrata da fuochi rituali, attraverso i quali era fatto passare il bestiame per proteggerlo dai pericoli di epidemie. Tuttora in molte località italiane vige la tradizione di commemorarne la ricorrenza. I maggianti, in qualità di sacerdoti che portano con sé la buona stagione, si recano a visitare ogni famiglia della comunità, portando in mano rami fioriti, annunciando:«Maggio giocondo rallegra tutto il mondo,/capo di primavera/benvenuto Maggio capo di primavera,/ di ogni stagion primiera». [/expand]

 

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