sinking and melting

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Autore / Author: Curatori

sinking and meltingEsiste un sito che ci apre la visuale su di un altro museo delle cose http://www.sinkingandmelting.org 

una raccolta di oggetti provenienti solo da quei luoghi che potrebbero scomparire a causa delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Le cose hanno radici nei luoghi, un insieme di oggetti racconta molto più di una storia su un contesto geografico, naturale, cultura e sociale.

L’archivio che sta nascendo è degno di nota, la metodologia è condivisibile, è quella di ogni museo, le foto, la localizzazione, la data della raccolta, il “donatore”. Invitiamo tutti a contribuire al nostro Museo, ma anche a questo.. Grazie. 

 

 

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Guidalberto Bormolini

Guidalberto Bormolini

Guidalberto Bormolini

Autore / Author: Curatori

reliquia-relicAbbiamo intervistato Guidalberto Bormolini, https://guidalbertobormolini.it Abbiamo pensato a lui per molti motivi, tra cui il suo costante impegno come Tanatologo.Gli abbiamo chiesto cosa ne pensi dei rapporti che gli uomini hanno con le cose e quale sia l’oggetto che metterebbe in museo.            “In linea con le tradizioni antiche e il pensiero dei Padri della Chiesa, la mia idea di fondo è questa: tutto ciò che è visibile, tangibile – rappresenta in realtà qualcosa di intangibile, un aspetto del mondo spirituale, una potenza angelica, una forza spirituale, una virtù divina. La bellezza di ciò che ci circonda, oggetti compresi, è uno specchio della bellezza divina. La mia idea deriva quindi dalla sapienza tradizionale e non è lontana dall’idea platonica dell’oggetto come raffigurazione materiale di un mondo superiore. Tra le cose materiali, ci sono tre cose che indicherei. [expand title=”Continua a leggere” id=”altro2″]La prima, la meno materiale, deriva dal mistero dell’incarnazione che stanotte celebriamo (Intervista realizzata la vigilia di Natale),  che rende la materia capace di accogliere il divino come avviene nel pane e nel vino dell’eucarestia. Una seconda cosa, intermedia, che non metterei in mostra come un oggetto pur appartenendo al mondo materiale, ma che ritengo preziosa, sono le reliquie dei santi. Sono oggetti che contengono il mondo divino incarnato nella materia. Ad esempio, i pezzi di osso nei reliquiari che i nostri antenati ci hanno lasciato, sono già un ponte tra il mondo tangibile e il mondo divino e spirituale. Se dovessi poi scegliere un terzo oggetto, direi la casa, quella dove mi incontro con le persone con le quali condividiamo gli stessi ideali. Non un piccolo oggetto quindi, ma un grande contenitore, frequentato da chi ha un grande ideale da condividere. Quanto ad un vero e proprio oggetto, mi sono sempre chiesto “ma se scoppiasse un incendio o un terremoto, quale oggetto mi porterei via?” E, se c’era un oggetto che volevo portarmi via, me ne liberavo. Le reliquie dei santi sono l’unica cosa che porterei via se la casa dovesse prendere fuoco. La casa stessa invece va anche oltre l’oggetto materiale, poiché è soprattutto luogo di relazione tra le persone”.[/expand]

 

 

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Mantello – San Martino 2

Mantello – San Martino 2

Mantello – San Martino 2

Autore / Author: Curatori

Il miracolo più popolare del santo è il gesto di carità del giovane soldato Martino, presso una delle porte di Amiens. Un giorno di un inverno così rigido e freddo, da provocare la morte per assideramento di molte persone, Martino incontrò un povero nudo, che invano aveva chiesto soccorso ai passanti. Di fronte a tale indifferenza, egli comprese che spettava a lui intervenire; non avendo altro con sé, sguainò la spada, tagliando a metà il suo mantello. Ne donò metà al povero, avvolgendosi di nuovo nella metà della clamide che gli era rimasta. Tra i presenti alla scena, qualcuno rise di scherno nel vederlo così vestito, molti altri si pentirono amaramente del loro egoismo. La notte seguente, mentre dormiva, a Martino apparve Cristo con indosso la metà della clamide di cui aveva rivestito il povero.

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Orologio a pendolo – San Martino 1

Orologio a pendolo – San Martino 1

Orologio a pendolo – San Martino 1

Autore / Author: Curatori

Il mantello e l’estate di San Martino. San Martino è sorpreso dalla morte nel 397 mentre si trova a Candes, nella Touraine. Jacopo da Varagine racconta nella Legenda Aurea della lite scoppiata tra i Poitevins e i Tourangeaux per impadronirsi delle sue spoglie. Tali dispute non erano insolite in tali circostanze. Possedere il corpo di un santo significava assicurarsi la protezione di quella presenza sull’intera comunità, oltre al prestigio e al richiamo devozionale, che favoriva, con i pellegrinaggi alla tomba, consistenti vantaggi all’economia locale.[expand title=”Continua a leggere” id=”altro2″] Gli abitanti di Tours risolsero a loro favore il conflitto, trafugando il corpo, che fu deposto su una barca per risalire la Loira in direzione di Tours, dove fu sepolto l’11 novembre del 1397. Il viaggio durò tre giorni, vuole la leggenda che al passaggio della salma lungo il fiume la vegetazione miracolosamente rifiorisse e gli uccelli cantassero: era il prodigio dell’”estate di San Martino”.
Il ciclo dell’anno conosce nel suo svolgimento dei “controtempi”, dove il passaggio da una stagione all’altra subisce delle oscillazioni, come l’asta di un orologio a pendolo, per cui si assiste ad un breve ritorno alla condizione precedente, in realtà foriera dell’avvento della nuova stagione. Il primo novembre, di cui la ricorrenza di San Martino è un “doppio”, segnava l’inizio del semestre invernale per i Celti, capodanno celebrato nella festa di Samhain, “fine dell’estate”, tra il 31 ottobre e il primo di Novembre. Il suo corrispettivo è la “Luna rossa” d’aprile, l’ultima luna nuova del mese, assai temuta dai contadini perché improvvise gelate possono bruciare i germogli, che prendono un colore “rosso”. Nel 2019, in Svizzera, si è potuto assistere ad uno straordinario spettacolo notturno, quando migliaia di fiammelle sono state accese tra i filari per proteggere i vitigni, minacciati dal freddo. Al contrario dell’”estate di San Martino”, qui è l’inverno ad insinuarsi brevemente nella primavera, prima di tornare indietro per lasciare definitivamente spazio alla nuova stagione. Altro momento cruciale del calendario celtico era Beltaine, il primo giorno di maggio, in irlandese moderno questo nome resta ancora quello del mese di maggio. Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, aveva inizio per i Celti il “tempo chiaro” di primavera ed estate. Beltaine era celebrata da fuochi rituali, attraverso i quali era fatto passare il bestiame per proteggerlo dai pericoli di epidemie. Tuttora in molte località italiane vige la tradizione di commemorarne la ricorrenza. I maggianti, in qualità di sacerdoti che portano con sé la buona stagione, si recano a visitare ogni famiglia della comunità, portando in mano rami fioriti, annunciando:«Maggio giocondo rallegra tutto il mondo,/capo di primavera/benvenuto Maggio capo di primavera,/ di ogni stagion primiera». [/expand]

 

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Forchetta o pettine

Forchetta o pettine

Forchetta o pettine

Autore / Author: Curatori

sirenetta-copenaghen

Sono un sociologo e quando mi chiedono cosa fa la mia disciplina racconto questa storiella:

Un giorno Ariel, la sirenetta, andando a zonzo per il mare trovò nel relitto di un galeone una forchetta. Non ne aveva mai vista una e la portò al suo amico Scuttle, un gabbiano che usava rilassarvi su uno scoglio e che forniva ad Ariel tutte le informazioni sugli umani. Il volatile disse senza nessuna esitazione che si trattava di un “arricciaspiccia”, ossia uno strumento usato dagli umani per acconciarsi i capelli.

Successe poi che Ariel, una volta diventata umana, si sedette a tavola con Eric, il suo innamorato, e usò la forchetta per sistemarsi i capelli. Potete immaginare lo sguardo del suo commensale.

Ecco dunque cosa fa la sociologia: studiare e comprendere Ariel, Scuttle ed Eric (o chi per loro)”. Luca.

 

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Il Libro dei visitatori

Il Libro dei visitatori

Il Libro dei visitatori

Autore / Author: Curatori

libro-visitatoriQuesto è l’oggetto per cominciare la rubrica “Cose da museo”, è la prima cosa che leggo quando comincio a lavorare per un museo nuovo durante il primissimo sopralluogo, l’ultima del percorso espositivo: il libro dei visitatori. Di questo oggetto mi interessa tutto; estremamente simbolico, mutevole nel tempo (dall’oggetto di carta e cartone, ad Instagram o altro social), sempre presente (anche solo per raccogliere gli indirizzi di posta elettronica), ma quasi mai tenuto presente nelle valutazioni, primo elemento di co-produzione del contenuto espositivo da parte del visitatore – il libro… Il libro è un’ottima scusa per parlare del museo, di cosa significhi realmente per me, e per chi fa parte di questo progetto, al di là delle dotte definizioni che avremo modo di fornire nelle recensioni della Biblioteca. Il museo è vivo e vitale anche se spesso è il luogo deputato a conservare oggetti del passato (Cose dal passato), lo capiamo dai commenti che spesso, agli “addetti ai lavori” paiono di poco conto; insulti e “male parole” scritte dagli studenti delle superiori, il commento decisamente troppo generoso lasciato dalla signora, il confuso tentativo di esprimere la meraviglia delle collezioni e il raggiunto stato di flow da parte del turista straniero.

[expand title=”Continua a leggere” id=”altro2″] Bene, oggi non vi ho parlato di una cosa precisa ed identificabile in un altrettanto definito museo del mondo, ma di un concetto; un diario di viaggio e – insieme – uno strumento in cui raccogliere consigli, commenti, critiche e complimenti che aiutano a crescere, ma soprattutto a unirci; mettere in collegamento e relazione reciproca tutte quelle persone che danno un valore allo studio e alla ricerca, alla conservazione del nostro patrimonio (anche molto personale, vedi Il Museo delle Cose), all’esposizione e alla comunizione agli altri, ma in un costante dialogo, senza mai essere unidirezionali (mai uni-versitari, ma pluri-versitari).

Vi do l’appuntamento al prossimo articolo della rubrica, scusandomi per non avervi raccontato una storia, ma di avere approfittato per ricordare lo spirito del Museo delle Cose, e delle loro storie; usate questo progetto come se fosse il Libro dei visitatori, lasciate qualcosa di vostro e mettetevi in comunicazione con le storie altrui.

Mandate la vostra cosa qui > https://www.museodellecose.org/#partecipa e se avete storie da raccontare scrivetemi a curatori@museodellecose.org

A presto, M. [/expand]

 

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